Differenze tra le versioni di "Acca Larenzia"

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Nella tradizione amata da [[Ercole]], e negli annalisti più recenti, moglie del pastore [[Faustolo]] e nutrice di [[Romolo]] e [[Remo]].
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Era una delle primitive figure mitologiche del popolo romano. Si tratta di una antica divinità romana quasi dimenticata, in onore della quale si celebravano il 23 dicembre le feste Larentalie. Intorno a Larenzia fiorirono tradizioni diverse. Licinio Macro faceva di Larenzia la moglie del pastore [[Faustolo]], madre dei dodici fratelli [[Arvali]], che trovò e allevò i gemelli abbandonati [[Romolo]] e [[Remo]]. Poiché i bambini erano stati allattati da una lupa, Acca Larenzia fu chiamata "lupa", che in latino significa anche "prostituta". Acca è anche chiamata Faula o Fabula, simbolo in latino di "donna di facili costumi". In ricordo dei dodici figli di Acca Larenzia sarebbe stato costituito il collegio dei dodici Fratelli Arvali.
<br>Aveva dodici figli, con i quali faceva, una volta all'anno, un sacrificio per la fertilità dei campi; da ciò i suoi figli furono chiamati "fratres arvales". In suo onore [[Romolo]] istituì il collegio dei sacerdoti [[Arvali]].
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<br>L'altra tradizione, di Valerio Anziate, ne faceva una cortigiana, fortunata ricercatrice di avventure, contemporanea di Romolo o di [[Anco Marzio]]. Cattivatosi l'animo di [[Ercole]] con la sua bellezza e con i favori a lui concessi, ne ebbe in compenso l'avviso di sposare il primo uomo che avesse incontrato, e fu il ricco etrusco [[Taruzio]]. Questi non tardò a morire e Larenzia eredito la sua fortuna, che consisteva in vasti possedimenti nei pressi di Roma. Larenzia lasciò poi per testamento i suoi averi al popolo romano e fu sepolta nel Velabro, la cui vicinanza all'Ara Massima diede occasione che si favoleggiasse di relazioni tra lei ed Ercole.
  
 
[[Categoria:Mitologia Romana]]
 
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Versione delle 20:07, 18 feb 2013

Era una delle primitive figure mitologiche del popolo romano. Si tratta di una antica divinità romana quasi dimenticata, in onore della quale si celebravano il 23 dicembre le feste Larentalie. Intorno a Larenzia fiorirono tradizioni diverse. Licinio Macro faceva di Larenzia la moglie del pastore Faustolo, madre dei dodici fratelli Arvali, che trovò e allevò i gemelli abbandonati Romolo e Remo. Poiché i bambini erano stati allattati da una lupa, Acca Larenzia fu chiamata "lupa", che in latino significa anche "prostituta". Acca è anche chiamata Faula o Fabula, simbolo in latino di "donna di facili costumi". In ricordo dei dodici figli di Acca Larenzia sarebbe stato costituito il collegio dei dodici Fratelli Arvali.
L'altra tradizione, di Valerio Anziate, ne faceva una cortigiana, fortunata ricercatrice di avventure, contemporanea di Romolo o di Anco Marzio. Cattivatosi l'animo di Ercole con la sua bellezza e con i favori a lui concessi, ne ebbe in compenso l'avviso di sposare il primo uomo che avesse incontrato, e fu il ricco etrusco Taruzio. Questi non tardò a morire e Larenzia eredito la sua fortuna, che consisteva in vasti possedimenti nei pressi di Roma. Larenzia lasciò poi per testamento i suoi averi al popolo romano e fu sepolta nel Velabro, la cui vicinanza all'Ara Massima diede occasione che si favoleggiasse di relazioni tra lei ed Ercole.