Abraxas

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Questo strano essere ibrido sembra essere il simbolo stesso della Gnosi. Generalmente è un personaggio a testa di gallo, vestito di un'armatura da cui escono, al posto delle gambe, due serpenti ricurvi verso l'alto, ciascuno con la sua testa. Spesso ha nella mano sinistra uno scudo sul quale compaiono le lettere IAO o AIO (l'ultima lettera è per lo più un omega greco). Il primo a parlarne sembra essere stato Basileides nel II secolo d.C. Con ogni probabilità deriva da un più antico dio creatore a carattere solare: infatti, un'immagine molto simile attribuibile ad un dio non identificato ma a carattere appunto celeste o solare, compare nella parte superiore di una stele egizia, detta Metternich. Questo probabile antenato di Abraxas ha il corpo di un uomo- uccello, con quattro ali e con due serpenti che fuoriescono dalle ginocchia. È possibile che la complessità simbolica di un simile essere abbia indotto gli gnostici a farne un emblema filosofico.

Etimologia

Un particolare valore viene attribuito al nome Abraxas in sé: infatti, il valore numerico delle lettere che lo compongono è pari a 365, ed inoltre le sue sette lettere sono fatte corrispondere ai sette pianeti; per di più la stessa parola magica per eccellenza, «abracadabra», si ritiene derivi dal nome Abraxas. Varie etimologie, più o meno scientifiche, sono ad esso attribuite: secondo alcuni, deriverebbe da abir, toro, e axis, asse polare, con riferimento al movimento della terra ed all'equinozio primaverile; secondo altri, deriverebbe invece dall'egiziano abrak sax, che significa parola sacra.

Demonologia Medievale

Nella demonologia tardo medievale Abraxas diventa un demone dal ventre prominente, con la testa coronata, una coda di drago e serpenti al posto delle gambe.