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Nome della pietra che Rea fece inghiottire al marito Crono al posto di Zeus neonato. Poichè Crono divorava i propri figli appena nati, per evitare che da adulti lo detronizzassero, prima di partorire l'ultimo figlio Zeus, si rifugiò nell'isola di Creta e dopo il parto presentò al marito una pietra ravvolta in fasce come fosse il bambino. La pietra che aveva salvato la vita a Zeus fu, poi sempre tenuta in grande considerazione. Racconta Esiodo (Teogonia 495 ss.) che la pietra vomitata da Crono fu posta da Zeus a Pito (l'antico nome di Delfi) perché rimanesse per sempre il segno degli antichi avvenimenti. Tale pietra, conservata ancora in età storica era oggetto di particolare venerazione; essa non va confusa con l'altra pietra sacra venerata a Delfi, l'omphalòs, (l'ombelico) che segnava in Delfi il centro della terra. Più tardi la pietra che aveva salvato la vita a Zeus fu dai Romani venerata col nome di dio Termine. Secondo Cicerone e altri la leggenda può considerarsi un'allegoria del tempo che tutto divora.