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Nome della pietra che [[Rea]] fece inghiottire al marito [[Crono]] al posto di [[Zeus]] neonato. Poichè [[Crono]] divorava i propri figli appena nati, per evitare che da adulti lo detronizzassero, prima di partorire l'ultimo figlio [[Zeus]], si rifugiò nell'isola di [[Creta]] e dopo il parto presentò al marito una pietra ravvolta in fasce come fosse il bambino. La pietra che aveva salvato la vita a [[Zeus]] fu, poi sempre tenuta in grande considerazione. Racconta [[Esiodo]] (Teogonia 495 ss.) che la pietra vomitata da [[Crono]] fu posta da [[Zeus]] a [[Pito]] (l'antico nome di [[Delfi]]) perché rimanesse per sempre il segno degli antichi avvenimenti. Tale pietra, conservata ancora in età storica era oggetto di particolare venerazione; essa non va confusa con l'altra pietra sacra venerata a [[Delfi]], l'omphalòs, (l'ombelico) che segnava in [[Delfi]] il centro della terra. Più tardi la pietra che aveva salvato la vita a [[Zeus]] fu dai Romani venerata col nome di dio [[Termine]]. Secondo [[Cicerone]] e altri la leggenda può considerarsi un'allegoria del tempo che tutto divora.
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Nome della pietra che [[Rea]] fece inghiottire al marito [[Crono]] al posto di [[Zeus]] neonato. Poichè [[Crono]] divorava i propri figli appena nati, per evitare che da adulti lo detronizzassero, prima di partorire l'ultimo figlio [[Zeus]], si rifugiò nell'isola di [[Creta]] e dopo il parto presentò al marito una pietra ravvolta in fasce come fosse il bambino. La pietra fu poi sempre tenuta in grande considerazione. Racconta [[Esiodo]] (Teogonia 495 ss.) che la pietra vomitata da [[Crono]] fu posta da [[Zeus]] a [[Pito]] (l'antico nome di [[Delfi]]) perché rimanesse per sempre il segno degli antichi avvenimenti. Tale pietra, conservata ancora in età storica era oggetto di particolare venerazione; essa non va confusa con l'altra pietra sacra venerata a [[Delfi]], l'omphalòs, (l'ombelico) che segnava in [[Delfi]] il centro della terra. Più tardi la pietra che aveva salvato la vita a [[Zeus]] fu dai Romani venerata col nome di dio [[Termine]]. Secondo [[Cicerone]] e altri la leggenda può considerarsi un'allegoria del tempo che tutto divora.
  
 
[[Categoria:Mitologia Greca]]
 
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[[Categoria:Oggetti]]
 
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Versione delle 10:57, 17 set 2011

Nome della pietra che Rea fece inghiottire al marito Crono al posto di Zeus neonato. Poichè Crono divorava i propri figli appena nati, per evitare che da adulti lo detronizzassero, prima di partorire l'ultimo figlio Zeus, si rifugiò nell'isola di Creta e dopo il parto presentò al marito una pietra ravvolta in fasce come fosse il bambino. La pietra fu poi sempre tenuta in grande considerazione. Racconta Esiodo (Teogonia 495 ss.) che la pietra vomitata da Crono fu posta da Zeus a Pito (l'antico nome di Delfi) perché rimanesse per sempre il segno degli antichi avvenimenti. Tale pietra, conservata ancora in età storica era oggetto di particolare venerazione; essa non va confusa con l'altra pietra sacra venerata a Delfi, l'omphalòs, (l'ombelico) che segnava in Delfi il centro della terra. Più tardi la pietra che aveva salvato la vita a Zeus fu dai Romani venerata col nome di dio Termine. Secondo Cicerone e altri la leggenda può considerarsi un'allegoria del tempo che tutto divora.