http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/api.php?action=feedcontributions&user=79.52.200.180&feedformat=atomIl Crepuscolo degli Dèi - Contributi utente [it]2024-03-28T13:47:42ZContributi utenteMediaWiki 1.32.6http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Tagete&diff=16445Tagete2011-05-12T21:05:12Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Divinità che possiede la saggezza. Egli appariva da un solco quando un campo era nuovamente arato ed insegnava ai contadini la divinazione e i presagi. E' raffigurato come un giovane uomo con due serpenti al poste della gambe.<br />
<br />
== Personaggi simili ==<br />
*[[Cecrope]]<br />
*[[Erittonio]]<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Etrusca]]<br />
[[Categoria:Divinità delle Scienze]]<br />
[[Categoria:Uomo-Animale]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Merope_(3)&diff=16444Merope (3)2011-05-12T20:50:47Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Indovino di [[Percote]]. Fu padre di [[Arisbe (3)|Arisbe]] e in età matura anche di [[Adrasto (3)|Adrasto]] e [[Anfio]]. Il nipote [[Esaco]] ereditò la sua capacità di interpretare i sogni.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Indovini&Profeti]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrasto_(3)&diff=16443Adrasto (3)2011-05-12T20:50:21Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Merope (3)|Merope]], originario dunque di [[Percote]], fondò la città di [[Adrastea]] e ne divenne re: giovane profondamente religioso, promosse in particolare il culto di [[Rea]]. Partecipò col fratello [[Anfio]] alla [[guerra di Troia]] (in quanto la loro sorella [[Arisbe (3)|Arisbe]] era stata moglie di [[Priamo]]). <br />
<br />
== La morte ==<br />
Adrasto cadde in battaglia insieme al fratello per mano di [[Diomede (2)|Diomede]]. Merope aveva previsto la morte dei due figli interpetando i loro sogni, ma essi non l'avevano ascoltato.<br />
<br />
== Fonti ==<br />
*[[Omero]], ''[[Iliade]]''<br />
*[[Pausania]], ''Periegesi della Grecia''<br />
<br />
[[Categoria: Mitologia Greca]]<br />
[[categoria: Guerrieri]]<br />
[[categoria: Eroi]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrasto_(3)&diff=16442Adrasto (3)2011-05-12T20:49:38Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Merope (3)|Merope]], originario dunque di [[Percote]], fondò la città di [[Adrastea]] e ne divenne re: giovane profondamente religioso, promosse il culto di [[Rea]]. Partecipò col fratello [[Anfio]] alla [[guerra di Troia]] (in quanto la loro sorella [[Arisbe (3)|Arisbe]] era stata moglie di [[Priamo]]). <br />
<br />
== La morte ==<br />
Adrasto cadde in battaglia insieme al fratello per mano di [[Diomede (2)|Diomede]]. Merope aveva previsto la morte dei due figli interpetando i loro sogni, ma essi non l'avevano ascoltato.<br />
<br />
== Fonti ==<br />
*[[Omero]], ''[[Iliade]]''<br />
*[[Pausania]], ''Periegesi della Grecia''<br />
<br />
[[Categoria: Mitologia Greca]]<br />
[[categoria: Guerrieri]]<br />
[[categoria: Eroi]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Brise&diff=16441Brise2011-05-12T20:44:32Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Sacerdote di [[Zeus]], a lui si deve la scoperta del modo di asportare il miele dagli alveari senza incappare nell'ira alquanto dolorosa delle api. Ebbe come figlia [[Briseide]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Sacerdoti]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Orfeo&diff=16440Orfeo2011-05-12T20:40:46Z<p>79.52.200.180: /* La morte */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Orfeolira.jpg|200px|thumb|right|Orfeo suona la lira, Mosaico pavimentale romano, II secolo d.C., Museo archeologico, Palermo, (Italia)]] Poeta mitico di origine tracia, figlio di [[Eagro]] e della musa [[Calliope]], marito della [[ninfa]] [[Euridice]]. La bellezza della sua voce era tale da muovere le pietre e da ammansire gli animali feroci. <br />
==La spedizione degli Argonauti==<br />
Accompagnò gli [[Argonauti]] nell'impresa del [[vello d'oro]]: quando la nave si avvicinò allo scoglio delle [[Sirene]], Orfeo intonò un canto con tutta la potenza della sua voce in modo da coprire i richiami suadenti delle perfide incantatrici. <br />
==Orfeo ed Euridice==<br />
Tornato dalla [[Colchide]], si era stabilito nella [[Pieria]], sulle coste merdionali della Tracia, e lì sposò la bella ninfa [[Euridice (1)|Euridice]]. In quello stesso tempo, dalla lontana Libia, in cui era nato da [[Apollo]] e da [[Cirene]], si traferì in Tracia [[Aristeo]], benemerito per aver insegnato agli uomini molti utili precetti agrocoli e per averli tra l'altro iniziato all'apicoltura. Costui si innamorò pazzamente di Euridice e di continuo l'impotunava con le sue pretese d'amore.<br />
<br>Quando [[Euridice]], fuggendo da [[Aristeo]] che la inseguiva, fu morsa da un serpente e morì. Orfeo decise allora di andare a cercarla nell'[[Ade]], e scese infatti laggiù, nelle tenebrose case dei morti. Lì i desolati accenti della sua lira, il suo lamentoso canto funebre, le sue affannate implorazioni avevano fatto accorrere le anime dei trapassati da ogni più remoto angolo, e tutte ascoltavano, silenziose come gli uccelli della notte. [[Cerbero]] non latrava più, [[Caronte]] non traghettava più le ombre, la ruota d'[[Issione]] si era fermata, [[Tantalo]] non sentiva più sete e fame, tutti i tormenti erano stati sospesi per virtù dei quel canto. Commossa , [[Persefone]] gli concesse di riprendersi [[Euridice (1)|Euridice]] a patto che durante il viaggio non si volgesse mai indietro per guardarla. Senonchè, quando i due sposi furono giunti alla fine della via sotterranea e già si vedeva, in fondo al cunicolo, disegnarsi in un alone la porta che conduceva alla luce, Orfeo non riuscì più a contenere la propria impazienza e si volse indietro dove doveva essere la sua Euridice. Euridice c'era infatti; ma, appena si posò su di lei lo sguardo di Orfeo, impallidì, divenne come trasparente ombra, si dissolse in un gruppo di nebbia. La porta degli inferi si richiuse subito dopo il passaggio di Orfeo; e invano il desolato poeta restò lì fuori per ben sette mesi aspettando che si riaprisse.<br />
<br />
==La morte==<br />
Persuaso alla lunga della vanità della sua attesa, Orfeo tornò tra gli uomini, ma cambiato. Non suonò più la lira, non cantò più. Si legò stabilmente a [[Calai]], col quale aveva già stretto una grande amicizia ai tempi della spedizione degli [[Argonauti]]. Odiava ormai tutte le donne e le trattava con disdegno. Non poteva sopportare, in particolare, i tripudi rumorosi dei riti bacchici. Le [[Menadi]], offese da questo suo disprezzo, un giorno nel delirio di una baccanale, gli si gettarono addosso come cagne, lo lapidarono e fecero a pezzi il cadavere. La sua testa e la sua lira furono gettare in mare: la corrente marina le trasportò sulle rive dell'isola di [[Lesbo]], l'isola dei poeti. La testa del poeta fu collocata nel santuario di Apollo a Lesbo, mentre il corpo fu seppellito presso il monte Olimpo dalle Muse. La lira fu trasformata in una costellazione.<br />
<br />
==I misteri Orfici==<br />
Fu reputato il fondatore della religione orfica (Teogonia, Cosmogonia, Morale), che ebbe larga diffusione, praticata nei misteri orfici. Secondo tale religione l'anima per un peccato, nemica degli dèi, è relegata nella vita terrena in un corpo come in un carcere. Attraverso l'iniziazione, la pietà, l'estasi, i digiuni, l'osservanza dei riti, deve purificarsi così da trovare grazia nell'[[Ade]] e ritornare divina.<br />
<br />
==Galleria==<br />
<gallery><br />
Immagine:Orfeocervelli.jpg|<center>Federico Cervelli (1625 – 1700), ''Orfeo ed Euridice'', Fondazione Querini-Stampalia, Venezia (Italia)<br />
Immagine:Orfeoleighton.jpg|<center>Frederic Leighton, ''Orfeo ed Euridice'' (1864), Leighton House Museum, Londra<br />
Immagine:Orfeomurale.jpg|<center>''Euridice ed Orfeo'', Pittura murale I sec. d.C.<br />
Immagine:Orfeomoreau.jpg|<center>Gustave Moreau (1826-1898), '' Ragazza trace con la testa di Orfeo'' (1890), Musée Moreau, Parigi (Francia)<br />
</gallery><br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Eroi]]<br />
[[Categoria:Principi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Tracia_(2)&diff=16439Tracia (2)2011-05-12T20:39:14Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Regione compresa tra la Macedonia, il Danubio, il [[Ponto Eusino]] e la [[Propontide]].<br />
<br />
== I re di Tracia ==<br />
*[[Bisalte]]<br />
*[[Cisseo]]<br />
*[[Diomede (1)|Diomede]]<br />
*[[Eagro]]<br />
*[[Eumolpo]]<br />
*[[Licurgo (1)|Licurgo]]<br />
*[[Reso]] <br />
*[[Strimone]]<br />
*[[Tereo]] <br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Regioni]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Orfeo&diff=16438Orfeo2011-05-12T20:38:19Z<p>79.52.200.180: /* Galleria */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Orfeolira.jpg|200px|thumb|right|Orfeo suona la lira, Mosaico pavimentale romano, II secolo d.C., Museo archeologico, Palermo, (Italia)]] Poeta mitico di origine tracia, figlio di [[Eagro]] e della musa [[Calliope]], marito della [[ninfa]] [[Euridice]]. La bellezza della sua voce era tale da muovere le pietre e da ammansire gli animali feroci. <br />
==La spedizione degli Argonauti==<br />
Accompagnò gli [[Argonauti]] nell'impresa del [[vello d'oro]]: quando la nave si avvicinò allo scoglio delle [[Sirene]], Orfeo intonò un canto con tutta la potenza della sua voce in modo da coprire i richiami suadenti delle perfide incantatrici. <br />
==Orfeo ed Euridice==<br />
Tornato dalla [[Colchide]], si era stabilito nella [[Pieria]], sulle coste merdionali della Tracia, e lì sposò la bella ninfa [[Euridice (1)|Euridice]]. In quello stesso tempo, dalla lontana Libia, in cui era nato da [[Apollo]] e da [[Cirene]], si traferì in Tracia [[Aristeo]], benemerito per aver insegnato agli uomini molti utili precetti agrocoli e per averli tra l'altro iniziato all'apicoltura. Costui si innamorò pazzamente di Euridice e di continuo l'impotunava con le sue pretese d'amore.<br />
<br>Quando [[Euridice]], fuggendo da [[Aristeo]] che la inseguiva, fu morsa da un serpente e morì. Orfeo decise allora di andare a cercarla nell'[[Ade]], e scese infatti laggiù, nelle tenebrose case dei morti. Lì i desolati accenti della sua lira, il suo lamentoso canto funebre, le sue affannate implorazioni avevano fatto accorrere le anime dei trapassati da ogni più remoto angolo, e tutte ascoltavano, silenziose come gli uccelli della notte. [[Cerbero]] non latrava più, [[Caronte]] non traghettava più le ombre, la ruota d'[[Issione]] si era fermata, [[Tantalo]] non sentiva più sete e fame, tutti i tormenti erano stati sospesi per virtù dei quel canto. Commossa , [[Persefone]] gli concesse di riprendersi [[Euridice (1)|Euridice]] a patto che durante il viaggio non si volgesse mai indietro per guardarla. Senonchè, quando i due sposi furono giunti alla fine della via sotterranea e già si vedeva, in fondo al cunicolo, disegnarsi in un alone la porta che conduceva alla luce, Orfeo non riuscì più a contenere la propria impazienza e si volse indietro dove doveva essere la sua Euridice. Euridice c'era infatti; ma, appena si posò su di lei lo sguardo di Orfeo, impallidì, divenne come trasparente ombra, si dissolse in un gruppo di nebbia. La porta degli inferi si richiuse subito dopo il passaggio di Orfeo; e invano il desolato poeta restò lì fuori per ben sette mesi aspettando che si riaprisse.<br />
<br />
==La morte==<br />
Persuaso alla lunga della vanità della sua attesa, Orfeo tornò tra gli uomini, ma cambiato. Non suonò più la lira, non cantò più. Odiava ormai tutte le donne e le trattava con disdegno. Non poteva sopportare, in particolare, i tripudi rumorosi dei riti bacchici. Le [[Menadi]], offese da questo suo disprezzo, un giorno nel delirio di una baccanale, gli si gettarono addosso come cagne, lo lapidarono e fecero a pezzi il cadavere. La sua testa e la sua lira furono gettare in mare: la corrente marina le trasportò sulle rive dell'isola di [[Lesbo]], l'isola dei poeti. La testa del poeta fu collocata nel santuario di Apollo a Lesbo, mentre il corpo fu seppellito presso il monte Olimpo dalle Muse. La lira fu trasformata in una costellazione.<br />
<br />
==I misteri Orfici==<br />
Fu reputato il fondatore della religione orfica (Teogonia, Cosmogonia, Morale), che ebbe larga diffusione, praticata nei misteri orfici. Secondo tale religione l'anima per un peccato, nemica degli dèi, è relegata nella vita terrena in un corpo come in un carcere. Attraverso l'iniziazione, la pietà, l'estasi, i digiuni, l'osservanza dei riti, deve purificarsi così da trovare grazia nell'[[Ade]] e ritornare divina.<br />
<br />
==Galleria==<br />
<gallery><br />
Immagine:Orfeocervelli.jpg|<center>Federico Cervelli (1625 – 1700), ''Orfeo ed Euridice'', Fondazione Querini-Stampalia, Venezia (Italia)<br />
Immagine:Orfeoleighton.jpg|<center>Frederic Leighton, ''Orfeo ed Euridice'' (1864), Leighton House Museum, Londra<br />
Immagine:Orfeomurale.jpg|<center>''Euridice ed Orfeo'', Pittura murale I sec. d.C.<br />
Immagine:Orfeomoreau.jpg|<center>Gustave Moreau (1826-1898), '' Ragazza trace con la testa di Orfeo'' (1890), Musée Moreau, Parigi (Francia)<br />
</gallery><br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Eroi]]<br />
[[Categoria:Principi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Eagro&diff=16437Eagro2011-05-12T20:37:47Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>In origine era un uomo mortale, re di [[Tracia]]: dall'unione con [[Calliope]] ebbe [[Orfeo]] e, secondo alcuni miti, anche [[Lino]] e [[Marsia]]. Divenne poi il dio dell'omonimo fiume.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dei Fiumi]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Tracia_(2)&diff=16436Tracia (2)2011-05-12T20:33:16Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Regione compresa tra la Macedonia, il Danubio, il [[Ponto Eusino]] e la [[Propontide]].<br />
<br />
== I re di Tracia ==<br />
*[[Bisalte]]<br />
*[[Cisseo]]<br />
*[[Diomede (1)|Diomede]]<br />
*[[Eumolpo]]<br />
*[[Licurgo (1)|Licurgo]]<br />
*[[Reso]] <br />
*[[Strimone]]<br />
*[[Tereo]] <br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Regioni]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Eumolpo&diff=16435Eumolpo2011-05-12T20:32:54Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Poseidone]] e di [[Chione]]. Era ancora fanciullo quando il padre lo condusse nel regno degli Etiopi, presso i quali Eumolpo apprese i più arcani segreti della natura, degli uomini e degli dei. Ritornato in patria, fu posto al bando e fuggendo approdò a [[Eleusi]], che allora era in guerra con [[Atene]]. Aiutò gli Eleusini e istituì il culto misterico della Gran Madre [[Demetra]], di sua figlia [[Core]] e di [[Dioniso]] e fu il primo gran sacerdote del santuario da lui fondato, carica rimasta poi ereditaria nella famiglia che discese da lui, gli Eumolpidi. Diventò poi re di Tracia. Fu dotato di spirito profetico, abile nella poesia e nella musica. Venuto a contesa nuovamente con gli Ateniesi, e segnatamente col loro re [[Eretteo]], scatenò contro di loro una guerra, che si concluse con la morte di entrambi i sovrani. Insegnò musica ad [[Eracle]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Eroi]]<br />
[[Categoria:Semidei]]<br />
[[Categoria:Re]]<br />
[[Categoria:Sacerdoti]]<br />
[[Categoria:Indovini&Profeti]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Codro&diff=16434Codro2011-05-12T20:11:19Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Ultimo re di Atene. Categoria:Mitologia Greca Categoria:Re</p>
<hr />
<div>Ultimo re di [[Atene]]. <br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Tersandro_(1)&diff=16433Tersandro (1)2011-05-12T19:59:20Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Polinice]] e di [[Argia]]; da alcuni autori è chiamato '''Tessandro'''. Fu uno degli [[Epigoni]] che combatterono a [[Tebe]], prese parte anche alla [[guerra di Troia]], e fu uno degli eroi greci che si rinchiusero nel famoso cavallo di legno. Alcune fonti però sostengono che fu ucciso da [[Telefo]] quando gli achei sbarcarono per errore in Misia.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea&diff=16432Adrastea2011-05-12T19:43:14Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>{{disambigua}}<br />
<br />
'''Adrastea''' può riferirsi a:<br />
*'''[[Adrastea (1)|Adrastea]]''', soprannome di [[Rea]] (Mitologia Grecia) <br />
*'''[[Adrastea (2)|Adrastea]]''', città della [[Troade]] (Mitologia Grecia)<br />
<br />
<br />
<br />
__NOTOC__</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea_(1)&diff=16431Adrastea (1)2011-05-12T19:42:49Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Soprannome di Rea, così chiamata da Adrasto, figlio di Merope, che le aveva innalzato un tempio in vicinanza di Cizico. Categoria:Mitologia Greca [[Catego...</p>
<hr />
<div>Soprannome di [[Rea]], così chiamata da [[Adrasto (3)|Adrasto]], figlio di [[Merope]], che le aveva innalzato un tempio in vicinanza di Cizico.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea&diff=16430Adrastea2011-05-12T19:42:38Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>{{disambigua}}<br />
<br />
'''Adrastea''' può riferirsi a:<br />
*'''[[Adrastea (1)|Adrastea]]''', epiteto di [[Rea]] (Mitologia Grecia) <br />
*'''[[Adrastea (2)|Adrastea]]''', città della [[Traode]] (Mitologia Grecia)<br />
<br />
<br />
<br />
__NOTOC__</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Gilippo&diff=16429Gilippo2011-05-12T19:39:57Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Suddito di [[Evandro]]; sposò una donna etrusca, con la quale generò nove bellissimi figli maschi, che combatterono nella guerra troiano-italica insieme a [[Pallante]] in appoggio a [[Enea]]. Uno di loro venne trafitto dal giavellotto di [[Tolumnio]], il quale in tal modo ruppe la tregua che [[Turno]] aveva stipulato con [[Enea]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Romana]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Palidone_da_Moncalieri&diff=16428Palidone da Moncalieri2011-05-12T19:36:44Z<p>79.52.200.180: /* Interpretazione */</p>
<hr />
<div>Giovane cavaliere di [[Carlo Magno]], è uno degli innumerevoli cristiani che nell' ''[[Orlando Furioso]]'' combattono in difesa del re franco assediato in Parigi dai mori di [[Agramante]]. <br />
<br />
== La morte ==<br />
<br />
A Palidone viene tagliata la gola da [[Cloridano]] penetrato di soppiatto tra le linee cristiane. Il giovane passa dal sonno alla morte mentre giace riverso sotto i suoi stessi cavalli. <br />
<br />
== Interpretazione ==<br />
La posa di Palidone ricorda quella dell'auriga di [[Remo (2)|Remo]] nell' ''[[Eneide]]'', che finisce anch'egli sgozzato nell'episodio della strage notturna dei [[Rutuli]], a cui evidentemente Ariosto si è ispirato.<br />
<br />
==Fonti==<br />
*Ludovico Ariosto, [[Orlando Furioso]]<br />
<br />
[[Categoria: Mitologia Carolingia]]<br />
[[Categoria: Cavalieri]]<br />
[[Categoria: Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Palidone_da_Moncalieri&diff=16427Palidone da Moncalieri2011-05-12T18:25:12Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Giovane cavaliere di [[Carlo Magno]], è uno degli innumerevoli cristiani che nell' ''[[Orlando Furioso]]'' combattono in difesa del re franco assediato in Parigi dai mori di [[Agramante]]. <br />
<br />
== La morte ==<br />
<br />
A Palidone viene tagliata la gola da [[Cloridano]] penetrato di soppiatto tra le linee cristiane. Il giovane passa dal sonno alla morte mentre giace riverso sotto i suoi stessi cavalli. <br />
<br />
== Interpretazione ==<br />
La posa di Palidone ricorda quella dell'auriga di [[Remo (2)|Remo]] nell' ''[[Eneide]]'', che finisce anch'egli sgozzato da [[Niso (1)|Niso]] nell'episodio della strage notturna dei [[Rutuli]], a cui evidentemente Ariosto si è ispirato.<br />
<br />
==Fonti==<br />
*Ludovico Ariosto, [[Orlando Furioso]]<br />
<br />
[[Categoria: Mitologia Carolingia]]<br />
[[Categoria: Cavalieri]]<br />
[[Categoria: Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Minosse_(1)&diff=16426Minosse (1)2011-05-12T18:05:57Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Zeus]] e di [[Europa]]. La madre, dopo essere stata abbandonata da [[Zeus]], sposa [[Asterio]] re di [[Creta]], alla morte di costui pretese la successione al trono, perciò pregò [[Poseidone]] che gli mandasse egli stesso la vittima da sacrificare per la sua incoronazione, il dio per mostrargli il suo consenso dal mare fece nascere un toro bianco. Era una bestia così bella che Minosse non volle sacrificare e lo sostituì con un altro toro. Così facendo, si tirò addosso lo sdegno di [[Poseidone]] che del toro ne fece il suo strumento di vendetta, difatti fece in modo che [[Pasifae]], moglie di Minosse si innamorasse follemente di quel toro. La donna si struggeva dal desiderio di accoppiarsi con quel favoloso toro ma la cosa non era per niente facile, allora si rivolse a [[Dedalo]] che era ospite alla corte di Minosse. Il geniale inventore fabbricò una vacca di legno, all'interno cava e di sopra ci mise una pelle bovina per ingannare l'animale e spiegò alla sciagurata come sistemarsi all'interno di quello sconcio simulacro. Allora spinse la finta vacca sul prato dove allegramente il toro la montò soddisfacendo così l'insane voglie di [[Pasifae]]. Scaduto il tempo, [[Pasifae]] partorì una creatura mostruosa dalla testa di toro e dal corpo umano che fu chiamato [[Minotauro]]. Minosse per nascondere il tradimento fece rinchiudere il mostro e la moglie nel Labirinto. Minosse ogni cento mesi si recava nell'antro dell'[[Ida]] per consultare [[Zeus]]. In un colloquio a tu per tu, apprendeva gli errori commessi, si sottoponeva al giudizio paterno e riceveva le leggi migliori per il periodo futuro. I cretesi angosciati offrivano sacrifici per lui. Se il dio era scontento faceva sparire il re.<br />
<br />
== La figura di Minosse nella letteratura postclassica ==<br />
=== Dante ===<br />
Nella ''Divina Commedia'' Minosse viene trasformato da Dante in un demonio con tanto di coda.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Semidei]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Troade&diff=16425Troade2011-05-12T18:03:08Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Regione della [[Frigia]], la cui città principale era [[Troia]]. Suoi fiumi erano il [[Simoenta]] e lo [[Scamandro]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Regioni]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Percote&diff=16424Percote2011-05-12T18:02:15Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Cittadina della Troade, dette i natali all'indovino [[Merope]]: suo nipote [[Asio (1)|Asio]], re di [[Arisbe (2)|Arisbe]], la unì al proprio dominio.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Città]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Asio_(1)&diff=16423Asio (1)2011-05-12T18:00:58Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Giovane capo militare troiano, era il figlio maggiore di [[Irtaco]] e [[Arisbe (3)|Arisbe]], la prima moglie di [[Priamo]], dal quale era stata ripudiata: fondò nella [[Troade]] una città cui dette il nome della madre, divenendone re. Estese quindi il suo potere su varie cittadine situate sulle due rive dell'[[Ellesponto]]: [[Sesto]], [[Abido]], [[Practio]] e [[Percote]], patria di [[Merope (3)|Merope]], suo nonno materno. <br />
<br />
== La morte ==<br />
Quando [[Troia]] venne assediata dai Greci, Asio accorse in sua difesa, insieme al fratello [[Niso (1)|Niso]], guidando un grande contingente di uomini: combatté soprattutto a fianco di [[Deifobo]]. Morì in battaglia all'inizio del decimo anno di guerra, ucciso da [[Idomeneo]]. Il suo auriga tentò di darsi alla fuga, ma cadde colpito da [[Antiloco]].<br />
<br />
== Guerrieri noti agli ordini di Asio ==<br />
*[[Assilo]]<br />
*[[Pidite]]<br />
<br />
== Fonti ==<br />
*[[Omero]], ''[[Iliade]]''<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Guerrieri]]<br />
[[Categoria: Eroi]]<br />
[[Categoria: Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Re]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Zetes&diff=16422Zetes2011-05-12T17:55:26Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Nome di un semidio, figlio del vento [[Borea]] e di [[Orizia]]. Partecipò, assieme al fratello [[Calai]], alla spedizione degli [[Argonauti]] e alla cacciata delle [[Arpie]] dalla [[Tracia]]. Si dice avessero le spalle coperte da scaglie d'oro, le ali ai piedi e lunga capigliatura. <br />
<br />
== La morte e la metamorfosi ==<br />
[[Eracle]] non aveva perdonato ai due giovani di aver consigliato agli [[Argonauti]] di abbandonarlo in [[Misia]], quando si staccò dai compagni per cercare lo scomparso [[Ila]]: così, li sorprese nell'isola di [[Tinos]], mentre tornavano dai funerali di [[Pelia]], e li uccise a colpi di clava. Poi, pentitosi, ne seppellì i corpi e innalzò sulle loro tombe due stele, di cui una vibra al soffio del vento del nord, [[Borea]] appunto, il padre dei ragazzi. Gli dei in seguito mutarono Calai e Zetes in venti.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Semidei]]<br />
[[Categoria:Eroi]]<br />
[[Categoria:Vento]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Calai&diff=16421Calai2011-05-12T17:54:54Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Nome di un semidio (chiamato anche ''Calaide''), figlio del vento [[Borea]] e di [[Orizia]]. Partecipò, assieme al fratello [[Zetes]], alla spedizione degli [[Argonauti]] e alla cacciata delle [[Arpie]] dalla [[Tracia]]. Si dice avessero le spalle coperte da scaglie d'oro, le ali ai piedi e lunga capigliatura. Calai allacciò rapporti omoerotici con un altro celebre Argonauta, [[Orfeo]], e quando questi rimase vedovo di [[Euridice]] la loro relazione divenne stabile, interrotta solo dalla tragica morte di [[Orfeo]].<br />
<br />
== La morte e la metamorfosi ==<br />
[[Eracle]] non aveva perdonato ai due giovani di aver consigliato agli [[Argonauti]] di abbandonarlo in [[Misia]], quando si staccò dai compagni per cercare lo scomparso [[Ila]]: così, li sorprese nell'isola di [[Tinos]], mentre tornavano dai funerali di [[Pelia]], e li uccise a colpi di clava. Poi, pentitosi, ne seppellì i corpi e innalzò sulle loro tombe due stele, di cui una vibra al soffio del vento del nord, [[Borea]] appunto, il padre dei ragazzi. Gli dei mutarono poi Calai e Zetes in venti.<br />
<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Semidei]]<br />
[[Categoria:Eroi]]<br />
[[Categoria:Metamorfosi]]<br />
[[Categoria:Vento]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Calai&diff=16420Calai2011-05-12T17:54:40Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Nome di un semidio (chiamato anche ''Calaide''), figlio del vento [[Borea]] e di [[Orizia]]. Partecipò, assieme al fratello [[Zetes]], alla spedizione degli [[Argonauti]] e alla cacciata delle [[Arpie]] dalla [[Tracia]]. Si dice avessero le spalle coperte da scaglie d'oro, le ali ai piedi e lunga capigliatura. Calai allacciò rapporti omoerotici con un altro celebre Argonauta, [[Orfeo]], e quando questi rimase vedovo di [[Euridice]] la loro relazione divenne stabile, interrotta solo dalla tragica morte di [[Orfeo]].<br />
<br />
== La morte e la metamorfosi ==<br />
[[Eracle]] non aveva perdonato ai due giovani di aver consigliato agli [[Argonauti]] di abbandonarlo in [[Misia]], quando si staccò dai compagni per cercare lo scomparso [[Ila]]: così, li sorprese nell'isola di [[Tinos]], mentre tornavano dai funerali di [[Pelia]], e li uccise a colpi di clava. Poi, pentitosi, ne seppellì i corpi e innalzò sulle loro tombe due stele, di cui una vibra al soffio del vento del nord, [[Borea]] appunto, il padre dei ragazzi. Gli dei mutarono poi Calai e Zetes in venti.<br />
<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Semidei]]<br />
[[Categoria:Eroi]<br />
[[Categoria:Metamorfosi]]<br />
[[Categoria:Vento]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Pallante_(3)&diff=16419Pallante (3)2011-05-12T17:18:12Z<p>79.52.200.180: /* Vittime di Pallante */</p>
<hr />
<div>Figlio di [[Evandro]], aiutò [[Enea]] nella guerra contro le popolazioni italiche, e morì in duello ucciso da Turno.<br />
<br />
== Compagni di Pallante ==<br />
<br />
*[[Antore]]<br />
*[[Creteo (3)|Creteo]]<br />
*[[Menete]]<br />
*[[Teutra 4)|Teutra]]<br />
*[[Tire]]<br />
<br />
== Vittime di Pallante ==<br />
<br />
*[[Aleso]]<br />
*[[Anchemolo]]<br />
*[[Isbone]]<br />
*[[Lago (2)|Lago]]<br />
*[[Laride]]<br />
*[[Reteo]]<br />
*[[Stenio]]<br />
*[[Timbro]]<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria: Mitologia Romana]]<br />
[[Categoria: Guerrieri]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea_(2)&diff=16418Adrastea (2)2011-05-12T17:16:28Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Città della [[Troade]], sede di un importante culto in onore di [[Rea]].<br />
<br />
== I re di Adrastea ==<br />
*[[Adrasto (3)|Adrasto]]<br />
<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Città]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea_(2)&diff=16417Adrastea (2)2011-05-12T17:16:20Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Città della [[Troade]], sede di un importante culto in onore di [[Rea]].<br />
<br />
== I re di Adrastea ==<br />
*[[Adrasto (3)|Adrasto]]<br />
<br />
<br />
[[Categori:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Città]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Adrastea_(2)&diff=16416Adrastea (2)2011-05-12T17:15:33Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Città della Troade, sede di un importante culto in onore di Rea. == I re di Adrastea == *Adrasto</p>
<hr />
<div>Città della [[Troade]], sede di un importante culto in onore di [[Rea]].<br />
<br />
== I re di Adrastea ==<br />
*[[Adrasto]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Polidoro_(1)&diff=16415Polidoro (1)2011-05-12T15:34:54Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Priamo]] e di [[Ecuba]], il padre avendo previsto la fine di [[Troia]] lo mandò con molti denari e oggetti preziosi dal suo amico e genero [[Polinestore]], re del [[Chersoneso Tracio]]. Ma quando costui seppe che [[Troia]] era caduta, fece uccidere Polidoro per impadronirsi dei suoi tesori e per ingraziarsi gli [[Achei]]. Egli cercò anche di far sparire il cadavere del giovane facendolo precipitare in mare, ma questo venne recuperato, sicché [[Ecuba]], venuta a sapere tutto, vendicò la sua morte accecando Polinestore e uccidendo i suoi due figli. Questa versione è riportata nella tragedia euripidea ''[[Ecuba (Euripide)|Ecuba]]''. Secondo l' ''[[Eneide]]'', invece, gli assassini del principe, che era stato trafitto da diverse lance, si affrettarono a nascondere il corpo coprendolo di terra, lasciando le armi conficcate in esso. Quando il processo di putrefazione ebbe inizio, le aste si traformarono in fronde. Per diverso tempo nessuno notò il cadavere, nonostante fosse rimasto in parte visibile: a causa dei mancati onori funebri, l'anima di Polidoro sarebbe probabilmente rimasta per sempre al di fuori dell'[[Ade]], senonché [[Enea]], durante una tappa delle sue peregrinazioni, arrivò sul luogo dell'omicidio. Egli strappò una fronda, dalla quale colò sangue nero: subito dopo sentì la voce del giovane troiano, che gli raccontò l'accaduto. Enea allora diede ordine ai suoi compagni di seppellire immediatamente Polidoro, ponendo così fine alle tribolazioni della sua anima.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Principi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Polidoro_(1)&diff=16414Polidoro (1)2011-05-12T15:32:16Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Figlio di [[Priamo]] e di [[Ecuba]], il padre avendo previsto la fine di [[Troia]] lo mandò con molti denari e oggetti preziosi dal suo amico e genero [[Polinestore]], re del [[Chersoneso Tracio]]. Ma quando costui seppe che [[Troia]] era caduta, fece uccidere Polidoro per impadronirsi dei suoi tesori e per ingraziarsi gli [[Achei]]. Egli cercò anche di far sparire il cadavere del giovane facendolo precipitare in mare, ma questo venne recuperato, sicché [[Ecuba]], venuta a sapere tutto, vendicò la sua morte accecando Polinestore e uccidendo i suoi due figli. Questa versione è riportata nella tragedia euripidea ''[[Ecuba (Euripide)|Ecuba]]''. Secondo l' ''[[Eneide]]'', invece, gli assassini del principe, che era stato trafitto da diverse lance, si affrettarono a nascondere il corpo coprendolo di terra, lasciando le armi conficcate in esso. Quando il processo di putrefazione ebbe inizio, le lance si traformarono in fronde. Per diverso tempo nessuno notò il cadavere, nonostante fosse rimasto in parte visibile: a causa dei mancati onori funebri, l'anima di Polidoro sarebbe probabilmente rimasta per sempre al di fuori dell'[[Ade]], senonché [[Enea]], durante una tappa delle sue peregrinazioni, arrivò sul luogo dell'omicidio. Egli strappò una fronda, dalla quale colò sangue nero: subito dopo sentì la voce del giovane troiano, che gli raccontò l'accaduto. Enea allora diede ordine ai suoi compagni di seppellire immediatamente Polidoro, ponendo così fine alle tribolazioni della sua anima.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Principi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ade&diff=16413Ade2011-05-12T15:31:06Z<p>79.52.200.180: /* I Fiumi */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Ade01.jpg|200px|thumb|right|Ade, copia romana di un originale greco del V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano]]<br />
=La divinità=<br />
Figlio di [[Crono]] e di [[Rea]], fratello di [[Zeus]], [[Poseidone]], [[Era]], [[Estia]] e [[Demetra]]. Dio dell'Oltretomba. Il suo nome significa "l'invisibile", condizione propria dei morti. <br />
<br>Come Zeus e Poseidone, è uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui [[Titani]]. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, egli si vedeva attribuire il mondo sotterraneo, gli Inferi, o [[Tartaro]].<br />
<br>Partecipò alla lotta contro i Titani, e i [[Ciclopi]] lo armarono di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portava. Questo elmo, simile a quello di [[Sigfrido]] nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità, come [[Atena]], e anche dagli eroi, come [[Perseo]]. <br />
<br>Negli Inferi, Ade regna sui morti. E' un padrone impietoso, che non permette a nessuno dei suoi sudditi di ritornare fra i viventi. È assistito da demoni e da svariati geni che sono posti sotto i suoi ordini (per esempio, [[Caronte]] il traghettatore ecc.). <br />
==Il rapimento di Persefone==<br />
Vicino a lui regna Persefone, non meno crudele. Si raccontava ch'egli l'avesse rapita, una volta, nelle pianure della Sicilia, mentre ella giocava con le sue compagne a raccogliere fiori. [[Persefone]], figlia di Demetra, è sua nipote. Ade ne era innamorato, ma Zeus, padre di Persefone,non aveva acconsentito al matrimonio, ripugnandogli di fronte a Demetra di sapere la giovane rinchiusa eternamente nel soggiorno delle ombre. CosÌ Ade aveva deciso di rapirla, forse fu aiutato in questo rapimento dallo stesso Zeus, che si sarebbe fatto segretamente suo complice. Più tardi, Zeus ordinò ad Ade di restituire Persefone alla madre.<br />
<br>Ma Ade aveva preso le sue precauzioni: le aveva dato da mangiare un chicco di melagrana; ora, chiunque avesse visitato l'Impero dei morti, e qui si fosse cibato di qualcosa, non avrebbe più potuto risalire nel mondo dei Vivi. Persefone fu dunque obbligata a passare un terzo di ogni anno presso Ade. La sua unione con quest'ultimo passava per essere stata infeconda.<br />
==La lotta con Eracle==<br />
Ade interviene raramente nelle leggende a parte il racconto del rapimento, che appartiene al ciclo di Demetra, lo si vede appena in un altro mito, in rapporto questa volta con quello d'[[Eracle]]. L'[[Iliade]] racconta che, durante la discesa dell'eroe agli Inferi, Ade volle proibirgli l'accesso al proprio regno; lo incontrò sulla «porta» degli Inferi, ma Eracle lo ferì con una freccia alla spalla, tanto che Ade dovette essere portato in gran fretta sull'[[Olimpo]], dove [[Peone]], il dio guaritore, gli applicò un balsamo meraviglioso e la sua ferita fu ben presto cicatrizzata.<br />
<br>Alcune varianti mostrano Eracle che stende il dio con una pietra enorme. Comunque si siano svolti i fatti, la vittoria rimane al figlio di Zeus.<br />
==Culto==<br />
Ade non era di solito nominato, poiché si temeva, interpellandolo, di eccitare la sua collera. CosÌ lo si designava con eufemismi. Il più ricorrente era quello di [[Plutone]] (il «Ricco»), allusione alla ricchezza inesauribile della terra, tanto della terra coltivata quanto delle miniere ch'essa cela. Così Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza.<br />
<br>Svolge un ruolo importante anche nella religione misterica di Samotracia, dove era chiamato [[Axiokersos]].<br />
<br />
==Attributi== <br />
Piante sacre ad Ade erano il cipresso ed il narcisso.<br />
=L'oltretomba=<br />
Con il termine Ade si designa anche il regno dei morti su cui il dio impera. Esso accoglie le anime di tutti i defunti, tranne quelle degli insepolti, costretti a vagare senza pace per l'eternità in una zona posta al di fuori dell'oltretomba vero e proprio: ma secondo alcuni autori solo per cento anni. In ogni modo la loro triste condizione può aver fine se qualcuno nel frattempo provvede alla loro sepoltura: una volta entrati nell'Ade acquisiscono come gli altri morti la possibilità di scrutare ciò che avviene e ciò che avverrà sulla terra.<br />
==L'entrata==<br />
L'entrata può essere situata: <br />
* nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole. <br />
* in Sicilia, sul monte [[Etna]]. <br />
* il [[Capo Tenaro]], all’estremità del [[Peloponneso]]. <br />
* caverne di Colono vicino ad [[Atene]]. <br />
* nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari [[Cimmeri]], foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. <br />
* presso [[Cuma]], in Campania, nelle vicinanze del lago [[Averno]], formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni.<br />
<br />
==I Fiumi==<br />
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). <br />
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: <br />
*[[Acheronte]], il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato presso il suo ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono nelle loro bocche prima degli onori funebri. La barca di Caronte trasporta solo i morti che sono stati sepolti, sia i buoni che i malvagi, anche se questi ultimi sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. I morti rimasti insepolti invece devono aspettare 100 anni, in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento, dovendo essi vagare senza sosta, ma, secondo diversi autori, restano esclusi per sempre dall'Ade. Possono tuttavia accedervi se qualcuno nel frattempo provvede a dar loro sepoltura (come nel caso di [[Polidoro (1)|Polidoro]] figlio di [[Priamo]] e di [[Ecuba]]).<br />
*[[Flegetonte]], fiume del fuoco: circonda il [[Tartaro]] (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. <br />
*[[Stige]], fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un brano della Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. <br />
*[[Cocito]], fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. <br />
*[[Palude acherusiade]]: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalle acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. <br />
*[[Lete]], fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.<br />
<br />
== Mortali rimasti insepolti ==<br />
*[[Asteropeo]]<br />
*[[Elle]]<br />
*[[Enio]]<br />
*[[Ennomo]]<br />
*[[Euriloco]]<br />
*[[Ippoloco (3)|Ippoloco]] (stando ad alcune raffigurazioni)<br />
*[[Leucaspi]]<br />
*[[Licaone (2)|Licaone]]<br />
*[[Midone (2)|Midone]]<br />
*[[Mimante]]<br />
*[[Mneso]]<br />
*[[Ofeleste]]<br />
*[[Oronte]]<br />
*[[Palinuro]]<br />
*[[Perimede]]<br />
*[[Tarquito]]<br />
*[[Trasio]]<br />
<br />
== Mortali dannati ==<br />
*[[Danaidi]]<br />
*[[Issione]]<br />
*[[Piritoo]]<br />
*[[Sisifo]]<br />
*[[Tantalo]]<br />
*[[Teseo]] (secondo Virgilio)<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dell'Oltretomba]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ade&diff=16412Ade2011-05-12T15:29:50Z<p>79.52.200.180: /* I Fiumi */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Ade01.jpg|200px|thumb|right|Ade, copia romana di un originale greco del V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano]]<br />
=La divinità=<br />
Figlio di [[Crono]] e di [[Rea]], fratello di [[Zeus]], [[Poseidone]], [[Era]], [[Estia]] e [[Demetra]]. Dio dell'Oltretomba. Il suo nome significa "l'invisibile", condizione propria dei morti. <br />
<br>Come Zeus e Poseidone, è uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui [[Titani]]. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, egli si vedeva attribuire il mondo sotterraneo, gli Inferi, o [[Tartaro]].<br />
<br>Partecipò alla lotta contro i Titani, e i [[Ciclopi]] lo armarono di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portava. Questo elmo, simile a quello di [[Sigfrido]] nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità, come [[Atena]], e anche dagli eroi, come [[Perseo]]. <br />
<br>Negli Inferi, Ade regna sui morti. E' un padrone impietoso, che non permette a nessuno dei suoi sudditi di ritornare fra i viventi. È assistito da demoni e da svariati geni che sono posti sotto i suoi ordini (per esempio, [[Caronte]] il traghettatore ecc.). <br />
==Il rapimento di Persefone==<br />
Vicino a lui regna Persefone, non meno crudele. Si raccontava ch'egli l'avesse rapita, una volta, nelle pianure della Sicilia, mentre ella giocava con le sue compagne a raccogliere fiori. [[Persefone]], figlia di Demetra, è sua nipote. Ade ne era innamorato, ma Zeus, padre di Persefone,non aveva acconsentito al matrimonio, ripugnandogli di fronte a Demetra di sapere la giovane rinchiusa eternamente nel soggiorno delle ombre. CosÌ Ade aveva deciso di rapirla, forse fu aiutato in questo rapimento dallo stesso Zeus, che si sarebbe fatto segretamente suo complice. Più tardi, Zeus ordinò ad Ade di restituire Persefone alla madre.<br />
<br>Ma Ade aveva preso le sue precauzioni: le aveva dato da mangiare un chicco di melagrana; ora, chiunque avesse visitato l'Impero dei morti, e qui si fosse cibato di qualcosa, non avrebbe più potuto risalire nel mondo dei Vivi. Persefone fu dunque obbligata a passare un terzo di ogni anno presso Ade. La sua unione con quest'ultimo passava per essere stata infeconda.<br />
==La lotta con Eracle==<br />
Ade interviene raramente nelle leggende a parte il racconto del rapimento, che appartiene al ciclo di Demetra, lo si vede appena in un altro mito, in rapporto questa volta con quello d'[[Eracle]]. L'[[Iliade]] racconta che, durante la discesa dell'eroe agli Inferi, Ade volle proibirgli l'accesso al proprio regno; lo incontrò sulla «porta» degli Inferi, ma Eracle lo ferì con una freccia alla spalla, tanto che Ade dovette essere portato in gran fretta sull'[[Olimpo]], dove [[Peone]], il dio guaritore, gli applicò un balsamo meraviglioso e la sua ferita fu ben presto cicatrizzata.<br />
<br>Alcune varianti mostrano Eracle che stende il dio con una pietra enorme. Comunque si siano svolti i fatti, la vittoria rimane al figlio di Zeus.<br />
==Culto==<br />
Ade non era di solito nominato, poiché si temeva, interpellandolo, di eccitare la sua collera. CosÌ lo si designava con eufemismi. Il più ricorrente era quello di [[Plutone]] (il «Ricco»), allusione alla ricchezza inesauribile della terra, tanto della terra coltivata quanto delle miniere ch'essa cela. Così Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza.<br />
<br>Svolge un ruolo importante anche nella religione misterica di Samotracia, dove era chiamato [[Axiokersos]].<br />
<br />
==Attributi== <br />
Piante sacre ad Ade erano il cipresso ed il narcisso.<br />
=L'oltretomba=<br />
Con il termine Ade si designa anche il regno dei morti su cui il dio impera. Esso accoglie le anime di tutti i defunti, tranne quelle degli insepolti, costretti a vagare senza pace per l'eternità in una zona posta al di fuori dell'oltretomba vero e proprio: ma secondo alcuni autori solo per cento anni. In ogni modo la loro triste condizione può aver fine se qualcuno nel frattempo provvede alla loro sepoltura: una volta entrati nell'Ade acquisiscono come gli altri morti la possibilità di scrutare ciò che avviene e ciò che avverrà sulla terra.<br />
==L'entrata==<br />
L'entrata può essere situata: <br />
* nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole. <br />
* in Sicilia, sul monte [[Etna]]. <br />
* il [[Capo Tenaro]], all’estremità del [[Peloponneso]]. <br />
* caverne di Colono vicino ad [[Atene]]. <br />
* nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari [[Cimmeri]], foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. <br />
* presso [[Cuma]], in Campania, nelle vicinanze del lago [[Averno]], formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni.<br />
<br />
==I Fiumi==<br />
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). <br />
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: <br />
*[[Acheronte]], il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato presso il suo ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono nelle loro bocche prima degli onori funebri. La barca di Caronte trasporta solo i morti che sono stati sepolti, sia i buoni che i malvagi, anche se questi ultimi sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. I morti rimasti insepolti invece devono aspettare 100 anni, in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento, dovendo essi vagare senza sosta, ma, secondo diversi autori, restano esclusi per sempre dall'Ade. Possono tuttavia accedervi se qualcuno nel frattempo provvede a dar loro sepoltura. <br />
*[[Flegetonte]], fiume del fuoco: circonda il [[Tartaro]] (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. <br />
*[[Stige]], fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un brano della Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. <br />
*[[Cocito]], fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. <br />
*[[Palude acherusiade]]: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalle acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. <br />
*[[Lete]], fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.<br />
<br />
== Mortali rimasti insepolti ==<br />
*[[Asteropeo]]<br />
*[[Elle]]<br />
*[[Enio]]<br />
*[[Ennomo]]<br />
*[[Euriloco]]<br />
*[[Ippoloco (3)|Ippoloco]] (stando ad alcune raffigurazioni)<br />
*[[Leucaspi]]<br />
*[[Licaone (2)|Licaone]]<br />
*[[Midone (2)|Midone]]<br />
*[[Mimante]]<br />
*[[Mneso]]<br />
*[[Ofeleste]]<br />
*[[Oronte]]<br />
*[[Palinuro]]<br />
*[[Perimede]]<br />
*[[Tarquito]]<br />
*[[Trasio]]<br />
<br />
== Mortali dannati ==<br />
*[[Danaidi]]<br />
*[[Issione]]<br />
*[[Piritoo]]<br />
*[[Sisifo]]<br />
*[[Tantalo]]<br />
*[[Teseo]] (secondo Virgilio)<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dell'Oltretomba]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ade&diff=16411Ade2011-05-12T15:28:29Z<p>79.52.200.180: /* I Fiumi */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Ade01.jpg|200px|thumb|right|Ade, copia romana di un originale greco del V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano]]<br />
=La divinità=<br />
Figlio di [[Crono]] e di [[Rea]], fratello di [[Zeus]], [[Poseidone]], [[Era]], [[Estia]] e [[Demetra]]. Dio dell'Oltretomba. Il suo nome significa "l'invisibile", condizione propria dei morti. <br />
<br>Come Zeus e Poseidone, è uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui [[Titani]]. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, egli si vedeva attribuire il mondo sotterraneo, gli Inferi, o [[Tartaro]].<br />
<br>Partecipò alla lotta contro i Titani, e i [[Ciclopi]] lo armarono di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portava. Questo elmo, simile a quello di [[Sigfrido]] nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità, come [[Atena]], e anche dagli eroi, come [[Perseo]]. <br />
<br>Negli Inferi, Ade regna sui morti. E' un padrone impietoso, che non permette a nessuno dei suoi sudditi di ritornare fra i viventi. È assistito da demoni e da svariati geni che sono posti sotto i suoi ordini (per esempio, [[Caronte]] il traghettatore ecc.). <br />
==Il rapimento di Persefone==<br />
Vicino a lui regna Persefone, non meno crudele. Si raccontava ch'egli l'avesse rapita, una volta, nelle pianure della Sicilia, mentre ella giocava con le sue compagne a raccogliere fiori. [[Persefone]], figlia di Demetra, è sua nipote. Ade ne era innamorato, ma Zeus, padre di Persefone,non aveva acconsentito al matrimonio, ripugnandogli di fronte a Demetra di sapere la giovane rinchiusa eternamente nel soggiorno delle ombre. CosÌ Ade aveva deciso di rapirla, forse fu aiutato in questo rapimento dallo stesso Zeus, che si sarebbe fatto segretamente suo complice. Più tardi, Zeus ordinò ad Ade di restituire Persefone alla madre.<br />
<br>Ma Ade aveva preso le sue precauzioni: le aveva dato da mangiare un chicco di melagrana; ora, chiunque avesse visitato l'Impero dei morti, e qui si fosse cibato di qualcosa, non avrebbe più potuto risalire nel mondo dei Vivi. Persefone fu dunque obbligata a passare un terzo di ogni anno presso Ade. La sua unione con quest'ultimo passava per essere stata infeconda.<br />
==La lotta con Eracle==<br />
Ade interviene raramente nelle leggende a parte il racconto del rapimento, che appartiene al ciclo di Demetra, lo si vede appena in un altro mito, in rapporto questa volta con quello d'[[Eracle]]. L'[[Iliade]] racconta che, durante la discesa dell'eroe agli Inferi, Ade volle proibirgli l'accesso al proprio regno; lo incontrò sulla «porta» degli Inferi, ma Eracle lo ferì con una freccia alla spalla, tanto che Ade dovette essere portato in gran fretta sull'[[Olimpo]], dove [[Peone]], il dio guaritore, gli applicò un balsamo meraviglioso e la sua ferita fu ben presto cicatrizzata.<br />
<br>Alcune varianti mostrano Eracle che stende il dio con una pietra enorme. Comunque si siano svolti i fatti, la vittoria rimane al figlio di Zeus.<br />
==Culto==<br />
Ade non era di solito nominato, poiché si temeva, interpellandolo, di eccitare la sua collera. CosÌ lo si designava con eufemismi. Il più ricorrente era quello di [[Plutone]] (il «Ricco»), allusione alla ricchezza inesauribile della terra, tanto della terra coltivata quanto delle miniere ch'essa cela. Così Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza.<br />
<br>Svolge un ruolo importante anche nella religione misterica di Samotracia, dove era chiamato [[Axiokersos]].<br />
<br />
==Attributi== <br />
Piante sacre ad Ade erano il cipresso ed il narcisso.<br />
=L'oltretomba=<br />
Con il termine Ade si designa anche il regno dei morti su cui il dio impera. Esso accoglie le anime di tutti i defunti, tranne quelle degli insepolti, costretti a vagare senza pace per l'eternità in una zona posta al di fuori dell'oltretomba vero e proprio: ma secondo alcuni autori solo per cento anni. In ogni modo la loro triste condizione può aver fine se qualcuno nel frattempo provvede alla loro sepoltura: una volta entrati nell'Ade acquisiscono come gli altri morti la possibilità di scrutare ciò che avviene e ciò che avverrà sulla terra.<br />
==L'entrata==<br />
L'entrata può essere situata: <br />
* nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole. <br />
* in Sicilia, sul monte [[Etna]]. <br />
* il [[Capo Tenaro]], all’estremità del [[Peloponneso]]. <br />
* caverne di Colono vicino ad [[Atene]]. <br />
* nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari [[Cimmeri]], foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. <br />
* presso [[Cuma]], in Campania, nelle vicinanze del lago [[Averno]], formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni.<br />
<br />
==I Fiumi==<br />
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). <br />
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: <br />
*[[Acheronte]], il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato presso il suo ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono nelle loro bocche prima degli onori funebri. La barca di Caronte trasporta solo i morti che sono stati sepolti, sia i buoni che i malvagi, anche se questi ultimi sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. I morti rimasti insepolti invece devono aspettare 100 anni, in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento, vagando senza sosta, ma, secondo diversi autori, restano esclusi per sempre dall'Ade. Possono tuttavia accedervi se qualcuno nel frattempo provvede a dar loro sepoltura. <br />
*[[Flegetonte]], fiume del fuoco: circonda il [[Tartaro]] (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. <br />
*[[Stige]], fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un brano della Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. <br />
*[[Cocito]], fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. <br />
*[[Palude acherusiade]]: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalle acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. <br />
*[[Lete]], fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.<br />
<br />
== Mortali rimasti insepolti ==<br />
*[[Asteropeo]]<br />
*[[Elle]]<br />
*[[Enio]]<br />
*[[Ennomo]]<br />
*[[Euriloco]]<br />
*[[Ippoloco (3)|Ippoloco]] (stando ad alcune raffigurazioni)<br />
*[[Leucaspi]]<br />
*[[Licaone (2)|Licaone]]<br />
*[[Midone (2)|Midone]]<br />
*[[Mimante]]<br />
*[[Mneso]]<br />
*[[Ofeleste]]<br />
*[[Oronte]]<br />
*[[Palinuro]]<br />
*[[Perimede]]<br />
*[[Tarquito]]<br />
*[[Trasio]]<br />
<br />
== Mortali dannati ==<br />
*[[Danaidi]]<br />
*[[Issione]]<br />
*[[Piritoo]]<br />
*[[Sisifo]]<br />
*[[Tantalo]]<br />
*[[Teseo]] (secondo Virgilio)<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dell'Oltretomba]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ade&diff=16410Ade2011-05-12T15:27:16Z<p>79.52.200.180: /* I Fiumi */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Ade01.jpg|200px|thumb|right|Ade, copia romana di un originale greco del V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano]]<br />
=La divinità=<br />
Figlio di [[Crono]] e di [[Rea]], fratello di [[Zeus]], [[Poseidone]], [[Era]], [[Estia]] e [[Demetra]]. Dio dell'Oltretomba. Il suo nome significa "l'invisibile", condizione propria dei morti. <br />
<br>Come Zeus e Poseidone, è uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui [[Titani]]. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, egli si vedeva attribuire il mondo sotterraneo, gli Inferi, o [[Tartaro]].<br />
<br>Partecipò alla lotta contro i Titani, e i [[Ciclopi]] lo armarono di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portava. Questo elmo, simile a quello di [[Sigfrido]] nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità, come [[Atena]], e anche dagli eroi, come [[Perseo]]. <br />
<br>Negli Inferi, Ade regna sui morti. E' un padrone impietoso, che non permette a nessuno dei suoi sudditi di ritornare fra i viventi. È assistito da demoni e da svariati geni che sono posti sotto i suoi ordini (per esempio, [[Caronte]] il traghettatore ecc.). <br />
==Il rapimento di Persefone==<br />
Vicino a lui regna Persefone, non meno crudele. Si raccontava ch'egli l'avesse rapita, una volta, nelle pianure della Sicilia, mentre ella giocava con le sue compagne a raccogliere fiori. [[Persefone]], figlia di Demetra, è sua nipote. Ade ne era innamorato, ma Zeus, padre di Persefone,non aveva acconsentito al matrimonio, ripugnandogli di fronte a Demetra di sapere la giovane rinchiusa eternamente nel soggiorno delle ombre. CosÌ Ade aveva deciso di rapirla, forse fu aiutato in questo rapimento dallo stesso Zeus, che si sarebbe fatto segretamente suo complice. Più tardi, Zeus ordinò ad Ade di restituire Persefone alla madre.<br />
<br>Ma Ade aveva preso le sue precauzioni: le aveva dato da mangiare un chicco di melagrana; ora, chiunque avesse visitato l'Impero dei morti, e qui si fosse cibato di qualcosa, non avrebbe più potuto risalire nel mondo dei Vivi. Persefone fu dunque obbligata a passare un terzo di ogni anno presso Ade. La sua unione con quest'ultimo passava per essere stata infeconda.<br />
==La lotta con Eracle==<br />
Ade interviene raramente nelle leggende a parte il racconto del rapimento, che appartiene al ciclo di Demetra, lo si vede appena in un altro mito, in rapporto questa volta con quello d'[[Eracle]]. L'[[Iliade]] racconta che, durante la discesa dell'eroe agli Inferi, Ade volle proibirgli l'accesso al proprio regno; lo incontrò sulla «porta» degli Inferi, ma Eracle lo ferì con una freccia alla spalla, tanto che Ade dovette essere portato in gran fretta sull'[[Olimpo]], dove [[Peone]], il dio guaritore, gli applicò un balsamo meraviglioso e la sua ferita fu ben presto cicatrizzata.<br />
<br>Alcune varianti mostrano Eracle che stende il dio con una pietra enorme. Comunque si siano svolti i fatti, la vittoria rimane al figlio di Zeus.<br />
==Culto==<br />
Ade non era di solito nominato, poiché si temeva, interpellandolo, di eccitare la sua collera. CosÌ lo si designava con eufemismi. Il più ricorrente era quello di [[Plutone]] (il «Ricco»), allusione alla ricchezza inesauribile della terra, tanto della terra coltivata quanto delle miniere ch'essa cela. Così Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza.<br />
<br>Svolge un ruolo importante anche nella religione misterica di Samotracia, dove era chiamato [[Axiokersos]].<br />
<br />
==Attributi== <br />
Piante sacre ad Ade erano il cipresso ed il narcisso.<br />
=L'oltretomba=<br />
Con il termine Ade si designa anche il regno dei morti su cui il dio impera. Esso accoglie le anime di tutti i defunti, tranne quelle degli insepolti, costretti a vagare senza pace per l'eternità in una zona posta al di fuori dell'oltretomba vero e proprio: ma secondo alcuni autori solo per cento anni. In ogni modo la loro triste condizione può aver fine se qualcuno nel frattempo provvede alla loro sepoltura: una volta entrati nell'Ade acquisiscono come gli altri morti la possibilità di scrutare ciò che avviene e ciò che avverrà sulla terra.<br />
==L'entrata==<br />
L'entrata può essere situata: <br />
* nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole. <br />
* in Sicilia, sul monte [[Etna]]. <br />
* il [[Capo Tenaro]], all’estremità del [[Peloponneso]]. <br />
* caverne di Colono vicino ad [[Atene]]. <br />
* nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari [[Cimmeri]], foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. <br />
* presso [[Cuma]], in Campania, nelle vicinanze del lago [[Averno]], formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni.<br />
<br />
==I Fiumi==<br />
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). <br />
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: <br />
*[[Acheronte]], il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato presso il suo ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono in bocca prima degli onori funebri. La barca di Caronte trasporta solo i morti che sono stati sepolti, sia i buoni che i malvagi, anche se questi ultimi sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. I morti rimasti insepolti invece devono aspettare 100 anni, in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento, vagando senza sosta, ma, secondo diversi autori, restano esclusi per sempre dall'Ade. Possono tuttavia accedervi se qualcuno nel frattempo provvede a dar loro sepoltura. <br />
*[[Flegetonte]], fiume del fuoco: circonda il [[Tartaro]] (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. <br />
*[[Stige]], fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un brano della Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. <br />
*[[Cocito]], fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. <br />
*[[Palude acherusiade]]: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalle acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. <br />
*[[Lete]], fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.<br />
<br />
== Mortali rimasti insepolti ==<br />
*[[Asteropeo]]<br />
*[[Elle]]<br />
*[[Enio]]<br />
*[[Ennomo]]<br />
*[[Euriloco]]<br />
*[[Ippoloco (3)|Ippoloco]] (stando ad alcune raffigurazioni)<br />
*[[Leucaspi]]<br />
*[[Licaone (2)|Licaone]]<br />
*[[Midone (2)|Midone]]<br />
*[[Mimante]]<br />
*[[Mneso]]<br />
*[[Ofeleste]]<br />
*[[Oronte]]<br />
*[[Palinuro]]<br />
*[[Perimede]]<br />
*[[Tarquito]]<br />
*[[Trasio]]<br />
<br />
== Mortali dannati ==<br />
*[[Danaidi]]<br />
*[[Issione]]<br />
*[[Piritoo]]<br />
*[[Sisifo]]<br />
*[[Tantalo]]<br />
*[[Teseo]] (secondo Virgilio)<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dell'Oltretomba]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ade&diff=16409Ade2011-05-12T15:24:56Z<p>79.52.200.180: /* I Fiumi */</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Ade01.jpg|200px|thumb|right|Ade, copia romana di un originale greco del V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano]]<br />
=La divinità=<br />
Figlio di [[Crono]] e di [[Rea]], fratello di [[Zeus]], [[Poseidone]], [[Era]], [[Estia]] e [[Demetra]]. Dio dell'Oltretomba. Il suo nome significa "l'invisibile", condizione propria dei morti. <br />
<br>Come Zeus e Poseidone, è uno dei tre padroni che si divisero il comando dell'Universo dopo la vittoria sui [[Titani]]. Mentre Zeus otteneva il Cielo e Poseidone il Mare, egli si vedeva attribuire il mondo sotterraneo, gli Inferi, o [[Tartaro]].<br />
<br>Partecipò alla lotta contro i Titani, e i [[Ciclopi]] lo armarono di un elmo che rendeva invisibile chiunque lo portava. Questo elmo, simile a quello di [[Sigfrido]] nella mitologia germanica, fu successivamente portato da altre divinità, come [[Atena]], e anche dagli eroi, come [[Perseo]]. <br />
<br>Negli Inferi, Ade regna sui morti. E' un padrone impietoso, che non permette a nessuno dei suoi sudditi di ritornare fra i viventi. È assistito da demoni e da svariati geni che sono posti sotto i suoi ordini (per esempio, [[Caronte]] il traghettatore ecc.). <br />
==Il rapimento di Persefone==<br />
Vicino a lui regna Persefone, non meno crudele. Si raccontava ch'egli l'avesse rapita, una volta, nelle pianure della Sicilia, mentre ella giocava con le sue compagne a raccogliere fiori. [[Persefone]], figlia di Demetra, è sua nipote. Ade ne era innamorato, ma Zeus, padre di Persefone,non aveva acconsentito al matrimonio, ripugnandogli di fronte a Demetra di sapere la giovane rinchiusa eternamente nel soggiorno delle ombre. CosÌ Ade aveva deciso di rapirla, forse fu aiutato in questo rapimento dallo stesso Zeus, che si sarebbe fatto segretamente suo complice. Più tardi, Zeus ordinò ad Ade di restituire Persefone alla madre.<br />
<br>Ma Ade aveva preso le sue precauzioni: le aveva dato da mangiare un chicco di melagrana; ora, chiunque avesse visitato l'Impero dei morti, e qui si fosse cibato di qualcosa, non avrebbe più potuto risalire nel mondo dei Vivi. Persefone fu dunque obbligata a passare un terzo di ogni anno presso Ade. La sua unione con quest'ultimo passava per essere stata infeconda.<br />
==La lotta con Eracle==<br />
Ade interviene raramente nelle leggende a parte il racconto del rapimento, che appartiene al ciclo di Demetra, lo si vede appena in un altro mito, in rapporto questa volta con quello d'[[Eracle]]. L'[[Iliade]] racconta che, durante la discesa dell'eroe agli Inferi, Ade volle proibirgli l'accesso al proprio regno; lo incontrò sulla «porta» degli Inferi, ma Eracle lo ferì con una freccia alla spalla, tanto che Ade dovette essere portato in gran fretta sull'[[Olimpo]], dove [[Peone]], il dio guaritore, gli applicò un balsamo meraviglioso e la sua ferita fu ben presto cicatrizzata.<br />
<br>Alcune varianti mostrano Eracle che stende il dio con una pietra enorme. Comunque si siano svolti i fatti, la vittoria rimane al figlio di Zeus.<br />
==Culto==<br />
Ade non era di solito nominato, poiché si temeva, interpellandolo, di eccitare la sua collera. CosÌ lo si designava con eufemismi. Il più ricorrente era quello di [[Plutone]] (il «Ricco»), allusione alla ricchezza inesauribile della terra, tanto della terra coltivata quanto delle miniere ch'essa cela. Così Plutone è spesso rappresentato mentre tiene un corno dell'abbondanza, simbolo di quella ricchezza.<br />
<br>Svolge un ruolo importante anche nella religione misterica di Samotracia, dove era chiamato [[Axiokersos]].<br />
<br />
==Attributi== <br />
Piante sacre ad Ade erano il cipresso ed il narcisso.<br />
=L'oltretomba=<br />
Con il termine Ade si designa anche il regno dei morti su cui il dio impera. Esso accoglie le anime di tutti i defunti, tranne quelle degli insepolti, costretti a vagare senza pace per l'eternità in una zona posta al di fuori dell'oltretomba vero e proprio: ma secondo alcuni autori solo per cento anni. In ogni modo la loro triste condizione può aver fine se qualcuno nel frattempo provvede alla loro sepoltura: una volta entrati nell'Ade acquisiscono come gli altri morti la possibilità di scrutare ciò che avviene e ciò che avverrà sulla terra.<br />
==L'entrata==<br />
L'entrata può essere situata: <br />
* nella più remota parte occidentale, dove non giungevano i raggi del sole. <br />
* in Sicilia, sul monte [[Etna]]. <br />
* il [[Capo Tenaro]], all’estremità del [[Peloponneso]]. <br />
* caverne di Colono vicino ad [[Atene]]. <br />
* nella costa ionica della Grecia, nella baia di Ammoudia. Ora il luogo è cambiato per opera dell'uomo, ma un tempo, vicino alla palude Acherusia, c'era l'Oracolo dei Morti (Necromànteion). L'oracolo rimase in attività fino alla conquista romana, nel 176 a.C. Secondo gli antichi, la regione circostante, che si allunga tra il golfo, la riva destra dell'Acheronte e le montagne, era popolata dai leggendari [[Cimmeri]], foschi abitanti delle tenebre, usi a vivere sottoterra senza mai uscire alla luce del giorno. <br />
* presso [[Cuma]], in Campania, nelle vicinanze del lago [[Averno]], formato dal cratere di un vulcano profondo, circondato da rupi e pieno di esalazioni mefitiche. Secondo l'etimologia, Averno vuol dire "senza uccelli" ed effettivamente gli uccelli non vi potevano vivere a causa delle esalazioni.<br />
<br />
==I Fiumi==<br />
Un tempo si pensava che tutti i fiumi della terra confluissero sottoterra nel baratro immenso del Tartaro, per poi defluire e assumere aspetto diverso a seconda della natura del terreno. Alcuni fiumi sotterranei, prima di riversarsi nelle profondità del Tartaro, percorrono numerose gallerie; altri ancora circondano la terra con uno o più giri a spirale, come dei serpenti, fino a scendere al centro della terra (non oltre perchè altrimenti ci sarebbe una salita verso l'emisfero opposto). <br />
Quindi, è cosa certa è che in Ade sono presenti diversi corsi d'acqua, anche se la loro disposizione viene riportata diversamente a seconda delle fonti. Alcuni corsi d'acqua, che possono essere fiumi o paludi, scorrono lenti e minacciosi, altri avere correnti violente o infuocate. I principali sono: <br />
*[[Acheronte]], il fiume del dolore o dei guai: nominato per la prima volta nell'Odissea, spesso è descritto come il fiume principale, che circonda l'Ade ed è situato subito dopo l'ingresso. La sua riva è sempre colma della infinita torma dei morti, in attesa di Caronte, il traghettatore. Questi è un vecchio di orribile squallore, ma dagli occhi fiammeggianti come brace e dalle membra ancor piene di vigore. Per traghettare le anime dei morti sull’altra riva, si serve di una grossa barca, vecchia e malandata. Trasporta solo i morti che possono pagarlo con l'obolo, un'antica moneta greca che i parenti pongono in bocca prima degli onori funebri. La barca di Caronte trasporta solo i morti che sono stati sepolti, sia i buoni che i malvagi, anche se questi ultimi sanno che, al di là del fiume, li attende una pena terribile ed eterna. I morti rimasti insepolti invece devono aspettare 100 anni, in una lunga attesa che è per loro causa di indicibile tormento, vagando senza sosta, ma, secondo diversi autori, restano esclusi per sempre dall'Ade. Possono tuttavia accedervi se qualcuno nel frattempo provvede a dar loro sepoltura. <br />
*[[Flegetonte]], fiume del fuoco: circonda il [[Tartaro]] (che secondo alcuni è una sezione dell'Ade) e ogni tanto lo rischiara con le sue vampe di fuoco. Secondo Omero, si unisce al Cocito nel formare l'Acheronte. Secondo Platone, si riversa in una grande pianura arsa da fuoco violento e forma una palude più grande del mare, tutta ribollente d'acqua e di fango; da qui scorre circolarmente, torbido e fangoso e, sempre sotto terra, volge a spirale il suo corso fino a giungere alle estreme rive della palude acherusiade, ma senza mescolare le sue acque; dopo molti altri giri sotterranei, si getta in un punto del Tartaro che è più in basso. Il Piriflegetonte riversa sulla terra torrenti di lava dovunque trovi uno sbocco. I mitografi e i poeti immaginarono che vi si punissero i violenti. <br />
*[[Stige]], fiume dell'odio: esistono più versioni di questo fiume che, secondo alcuni, è invece una squallida palude. Secondo Platone, Stigia sarebbe il fiume, caratterizzato da un colore blu cupo, mentre Stige sarebbe il nome dato alla palude che forma. Stige è considerata essa stessa terribile divinità (un'Oceanina figlia della Titanide Teti, oppure figlia della Notte e di Erebo). Secondo Omero ed Esiodo, la sua acqua ha proprietà magiche e proprio in questo fiume la Nereide Teti avrebbe immerso il figlio Achille per renderlo invulnerabile; e sull'acqua di Stige giurano gli dei, che subiscono castighi terribili se non rispettano il giuramento (per un anno il dio giace senza respiro, avvolto nel torpore e non può avvicinarsi al nettare e all'ambrosia; poi per nove anni non può avvicinarsi agli altri dei). Gli effetti dello spergiuro sono in un brano della Teogonia di Esiodo, che offre altri particolari sulla natura di quest'acqua fatale: essa rappresenta un braccio dell'Oceano, equivalente a un decimo del fiume iniziale, e forma con gli altri nove le nove spire con cui il fiume circonda il disco della terra. Questa cifra delle nove spire si ritrova nella descrizione virgiliana dello Stige infernale, il quale circonda con i suoi meandri il regno degli Inferi. Nell'Odissea lo Stige è più chiaramente definito come fiume; poi, nella tradizione posteriore, la figura della divinità tende a scomparire e prevale un'antichissima tradizione che fa derivare dallo Stige fiumi terrestri, o addirittura l'identifica in corsi d'acqua o paludi, presso le quali sarebbe stato l'ingresso dell'oltretomba. <br />
*[[Cocito]], fiume dei lamenti o del pianto: menzionato già da Omero come affluente dell'Acheronte e ramo dello Stige. In esso sono immersi, secondo la descrizione di Platone nel Fedone, gli omicidi. Il Cocito acquista una corrente violenta a partire dalla palude Stige, si inabissa e scorre a spirale, in senso contrario al Periflegetonte, fino a toccare, dalla parte opposta, le sponde della palude acherusiade; ma nemmeno questo fiume vi mescola le sue correnti e, dopo aver compiuto un largo giro, si getta nel Tartaro dalla parte opposta al Periflegetonte. Secondo Virgilio, è una palude stagnante di fango nero e canne deformi. Nell'Inferno dantesco, così come in Saint Seiya, il Cocito è la confluenza di tutti i fiumi infernali ed è ghiacciato nell'ultimo girone dei traditori. <br />
*[[Palude acherusiade]]: citata da Omero e Platone, è la palude principale situata all'ingresso dell'Ade. E' formata dalle acque dell'Acheronte, del Flegentonte e del Cocito. Secondo Platone, qui si raccolgono le anime di coloro che hanno condotto una vita mediocre. <br />
*[[Lete]], fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo. In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.<br />
<br />
== Mortali rimasti insepolti ==<br />
*[[Asteropeo]]<br />
*[[Elle]]<br />
*[[Enio]]<br />
*[[Ennomo]]<br />
*[[Euriloco]]<br />
*[[Ippoloco (3)|Ippoloco]] (stando ad alcune raffigurazioni)<br />
*[[Leucaspi]]<br />
*[[Licaone (2)|Licaone]]<br />
*[[Midone (2)|Midone]]<br />
*[[Mimante]]<br />
*[[Mneso]]<br />
*[[Ofeleste]]<br />
*[[Oronte]]<br />
*[[Palinuro]]<br />
*[[Perimede]]<br />
*[[Tarquito]]<br />
*[[Trasio]]<br />
<br />
== Mortali dannati ==<br />
*[[Danaidi]]<br />
*[[Issione]]<br />
*[[Piritoo]]<br />
*[[Sisifo]]<br />
*[[Tantalo]]<br />
*[[Teseo]] (secondo Virgilio)<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Divinità dell'Oltretomba]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Perifete&diff=16408Perifete2011-05-12T15:18:12Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Giovane acheo, figlio di [[Copreo]]; partecipò alla guerra di Troia, venendo ucciso da [[Ettore]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Guerrieri]]<br />
[[Categoria:Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Trezeno&diff=16407Trezeno2011-05-12T15:16:50Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Nobile caucone, padre di [[Eufemo]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Nobili]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Trezeno&diff=16406Trezeno2011-05-12T15:16:32Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Nobile della Cauconia, padre di [[Eufemo]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Nobili]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Trezeno&diff=16405Trezeno2011-05-12T15:16:17Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Nobile della Cauconia, padre di Eufemo. Categoria:Mitologia greca Categoria:Nobili</p>
<hr />
<div>Nobile della Cauconia, padre di Eufemo.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia greca]]<br />
[[Categoria:Nobili]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Gilippo&diff=16404Gilippo2011-05-12T15:09:43Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Suddito di [[Evandro]]; sposò una donna eterusca, con la quale generò nove bellissimi figli maschi, che combatterono nella guerra troiano-italica insieme a [[Pallante]] in appoggio a [[Enea]]. Uno di loro venne trafitto dal giavellotto di [[Tolumnio]], il quale in tal modo ruppe la tregua che [[Turno]] aveva stipulato con [[Enea]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Romana]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Gilippo&diff=16403Gilippo2011-05-12T15:08:49Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Suddito di Evandro; fu padre di nove bellissimi figli maschi, che combatterono nella guerra troiano-italica insieme a Pallante in appoggio a Enea. Uno di loro venne trafitt...</p>
<hr />
<div>Suddito di [[Evandro]]; fu padre di nove bellissimi figli maschi, che combatterono nella guerra troiano-italica insieme a [[Pallante]] in appoggio a [[Enea]]. Uno di loro venne trafitto dal giavellotto di [[Tolumnio]], il quale in tal modo ruppe la tregua che [[Turno]] aveva stipulato con [[Enea]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Romana]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Tolumnio&diff=16402Tolumnio2011-05-12T15:04:49Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Guerriero [[rutulo]] nel conflitto troiano-italico, dotato di virtù profetiche; rimpiazzò [[Ramnete]] come augure dell'esercito di [[Turno]] dopo l'uccisione di questo. Fu il responsabile della violazione dell'ultima tregua stipulata tra i due schieramenti, scagliando un giavellotto che colpì a morte uno dei nove figli dell'arcade [[Gilippo]]. Ripresero così i combattimenti, nei quali trovò la morte lo stesso Tolumnio.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Romana]]<br />
[[Categoria:Guerrieri]]<br />
[[Categoria:Indovini&Profeti]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Merope_(5)&diff=16401Merope (5)2011-05-12T15:03:52Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Troiano che si aggregò a Enea dopo la distruzione della città. Morì nella guerra contro gli italici, ucciso da Turno. Categoria:Mitologia Greca Categoria:Guerrieri ...</p>
<hr />
<div>Troiano che si aggregò a [[Enea]] dopo la distruzione della città. Morì nella guerra contro gli italici, ucciso da [[Turno]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Guerrieri]]<br />
[[Categoria:Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Batone&diff=16400Batone2011-05-12T15:01:15Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Auriga di [[Anfiarao]] nella spedizione dei Sette contro Tebe: morì insieme a lui, finendo nella voragine che si era aperta improvvisamente al passaggio del loro carro.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Batone&diff=16399Batone2011-05-12T14:50:23Z<p>79.52.200.180: Nuova pagina: Auriga di Anfiarao nella spedizione dei Sette contro Tebe: morì insieme a lui, finendo nella voragine che si aprì improvvisamente al passaggio del loro carro. [[Categoria:Mitolo...</p>
<hr />
<div>Auriga di [[Anfiarao]] nella spedizione dei Sette contro Tebe: morì insieme a lui, finendo nella voragine che si aprì improvvisamente al passaggio del loro carro.<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Anfiarao&diff=16398Anfiarao2011-05-12T14:48:52Z<p>79.52.200.180: </p>
<hr />
<div>Padre di [[Alcmeone]], figlio di [[Oicle]] e di [[Ipermestra]]. Avendo saputo dall'oracolo che sarebbe morto nella guerra dei [[Sette contro Tebe]] per non parteciparvi si nascose. Aveva già deposto dal trono il re di [[Argo]], [[Talao]], e costretto il figlio di questi, [[Adrasto]], ad abbandonare l'[[Argolide]]. Aveva sposato [[Erifile]], che per vanità e leggerezza fu causa della morte del marito del quale rivelò il nascondiglio a [[Polinice]] in cambio di una collana. Costretto così a partecipare alla guerra, un giorno Anfiarao mentre era a mensa con gli altri condottieri vide un'aquila che presa la sua lancia la gettò a terra trasformandola in un ramo di alloro, e il giorno dopo mentre combatteva la terra si aprì ed inghiottì Anfiarao con l'auriga [[Batone]] e tutto il suo carro da guerra. Anfiarao si era fatto promettere dal figlio [[Alcmeone]] che nel caso fosse morto avrebbe ucciso la madre [[Erifile]], rea di averlo tradito. Fu venerato come un dio presso [[Tebe]] e presso Oropo là dove aveva pure due oracoli ed in suo onore si celebravano le [[Anfiaree]].<br />
<br />
[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Guerrieri]]<br />
[[Categoria:Eroi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Caronte&diff=16397Caronte2011-05-12T14:47:44Z<p>79.52.200.180: </p>
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<div>[[Immagine:Caronte.jpg|250px|thumb|right|Caronte il traghettatore]]Caronte, in greco ''"ferocia illuminata"'', figlio dell'[[Erebo]] e della [[Notte]]; era il canuto nocchiero che trasportava i morti al di là del fiume [[Acheronte]]. Portava solo i morti che avevano ricevuto i rituali funebri o che avevano con sé un obolo (una moneta), per pagare il viaggio. Nella Grecia antica, vigeva la tradizione di mettere una moneta sotto la lingua del cadavere prima della sepoltura. La tradizione rimase viva in Grecia fino ad epoche abbastanza recenti ed è probabilmente molto antica. Qualche autore sostiene che il prezzo era di due monete, sistemate sopra gli occhi del defunto. Nessuna anima viva è mai stata trasportata dall'altra parte, con le sole eccezioni della dea [[Persefone]], degli eroi [[Enea]] e [[Teseo]], del vate [[Orfeo]], della sibilla cumana [[Deifobe]], e di [[Psiche]].<br />
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== La figura di Caronte nella letteratura postclassica ==<br />
=== Dante ===<br />
Nella ''Divina Commedia'' Caronte è ancora una volta traghettatore: la sua barca solca l'Acheronte, portando i dannati nell'Inferno vero e proprio.<br />
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[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Inferi]]</div>79.52.200.180http://ilcrepuscolo.altervista.org/php5/index.php?title=Ippoloco_(3)&diff=16396Ippoloco (3)2011-05-12T14:44:23Z<p>79.52.200.180: /* Interpretazione */</p>
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<div>Giovane troiano, era uno dei due figli del nobile [[Antimaco (1)|Antimaco]], il consigliere di [[Priamo]] strenuo sostenitore della guerra ad oltranza contro gli [[Achei]].<br />
<br />
== La morte ==<br />
Ippoloco prese parte alla [[guerra di Troia]] facendo da auriga al fratello [[Pisandro]] e venne fatto prigioniero insieme a lui da [[Agamennone]]. I due giovani supplicarono l'acheo di non ucciderli, facendogli presente che il loro padre avrebbe pagato un enorme riscatto; ma quando [[Agamennone]] seppe di chi erano figli non poté trattenersi dal compiere la vendetta, e dapprima trafisse [[Pisandro]] con la lancia, poi afferrò Ippoloco che aveva tentato di fuggire, e con la spada gli recise entrambe le braccia e infine la testa, facendola rotolare insieme al busto per tutto il campo di battaglia. <br />
<br />
== Interpretazione ==<br />
Si tratta dell'uccisione più efferata nell' ''Iliade''; ma qualche testo andato perduto non doveva fermarsi alla trasformazione della vittima in un tronco rotolante. In alcune produzioni artistiche infatti si vede [[Agamennone]] in contemplazione della testa di Ippoloco posta su una pasta di vetro: il comandante acheo, a quanto pare, avrebbe dunque preso con sé i resti del giovane per negargli il rito funebre e conseguentemente impedire alla sua anima di accedere all'[[Ade]]. Al di là di questo, i versi omerici danno di Ippoloco un ritratto impietoso: se egli appare vile quanto il fratello nel lungo discorso che i due pronunciano all'unisono, dà il peggio di sé dopo l'uccisione di Pisandro, pensando solo a fuggire.<br />
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== Fonti ==<br />
*[[Omero]], ''[[Iliade]]''<br />
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[[Categoria:Mitologia Greca]]<br />
[[Categoria:Guerrieri]]<br />
[[Categoria:Nobili]]</div>79.52.200.180